«Amore e altri crimini». Dialoghi brillanti e umorismo nero per Stefan Arsenijevic

Scritto da José de Arcangelo

É un dramma esistenziale ambientato nella Serbia odierna, questo primo lungometraggio di Stefan Arsenijevic (che firma anche la sceneggiatura con Bojan Vuletic e Srdan Koljevic) passato l’anno scorso alla 58a Berlinale nella sezione Panorama. Un’opera non privo di fascino che, attraverso il ritratto di una donna in fuga da una vita di squallore e disagi, ritrae la condizione di insoddisfazione generale che regna nella società attuale, soprattutto tra i giovani ma non solo. D’altra parte, chi non vorrebbe fuggire, cambiare aria e vita, anche da noi. Anica (l’incisiva Anica Dobra) vive a Belgrado ed è sulla soglia dei quarant’anni mentre sente che la vita le sta sfuggendo di mano ed imboccando un vicolo cieco. La relazione con un piccolo boss di quartiere, Milutin (Fedja Stojanovic) – di alcuni anni più vecchio e con una figlia a carico che si rifiuta, Ivana (Hanna Schwamborn), e un amore perduto – non ha più alcun senso.

Così, il furto della ‘cassa’ di Milutin e la fuga in Russia è il piano, da tempo preparato in ogni dettaglio, che rappresenta ormai per lei l’unica possibilità di una nuova vita. Il tutto raccontato lungo l’ultimo, intero, giorno in città prima della partenza clandestina. Un giorno decisivo che Anica, tra visite e regali alla nonna e agli amici di sempre, ha organizzato in ogni singolo istante. Ma l’animo umano non è prevedibile e Anica non può sapere che, proprio quel giorno, Stanislav (l’efficace Vuk Kostic di La vita è un miracolo di Kusturica), giovane ed ingenuo braccio destro di Milutin che sogna di fare il mago, ha deciso di confessarle il suo amore, da sempre tenuto segreto. Anche il ragazzo vorrebbe fuggire ma è ancorato da affetti – l’anziana madre, già cantante di successo a Parigi, interpretata dalla grande Milena Dravic – e responsabilità…

Un racconto, in parte originale, che ci illustra l’esistenza a Belgrado oggi e fila liscio per oltre metà delle 105 minuti del film, per poi impantanarsi nella conclusione, con una serie di finali e sottofinali che rallentano, diventano prevedibili – tra realtà e metafora – e non lasciano più spazio alla fantasia dello spettatore. Certo non mancano scene gustose né situazioni ora commoventi ora mozzafiato, però sarebbe stato meglio sintetizzare il tutto per evitare al pubblico meno paziente e tollerante qualche sbadiglio.Coprodotto da Serbia, Germania, Slovenia ed Austria, il film – sulle note della celebre Besame mucho che tutti amano e cantano di continuo – vanta una troupe internazionale: dal direttore della fotografia Simon Tansek al montatore Andrew Bird; dallo scenografo Volker Schaefer ai musicisti dei Naked Lunch; dalle costumiste Veronika Albert e Nebojsa Lipanovic al mixer Eckart Göbel.

«Negli ultimi 15 anni molte persone hanno pensato di lasciare la Serbia, tra queste, più di 300.000 sono giovani, dichiara Arsenijevic. Ed è una tentazione molto forte, specialmente se si ha un amico già emigrato da qualche parte. Comunque sia, è sempre molto difficile prendere una decisione del genere. Tempo fa mi hanno raccontato la storia di una donna che aveva trafugato dei soldi ed era fuggita. Mi sono chiesto come ci si sentisse a dare via un intero pezzo della propria vita. Per persone come Anica non c’è ritorno a casa possibile. Sono queste le problematiche confluite nella sceneggiatura, come pure la domanda: Cosa succede quando ti innamori proprio nel giorno in cui ti sei promessa di fuggire?»

«Nel quartiere dove sono cresciuto – racconta ancora il trentaduenne regista – le possibilità per un adolescente erano due: diventare un criminale o un artista. Attraverso Amore e altri crimini ho voluto offrire anche una personale riflessione sulla Serbia contemporanea. Durante il regime di Milosevic, il paese era pieno di criminali, i grandi boss erano trattati come celebrità, occupavano le prime pagine dei giornali, rilasciavano interviste sulla loro vita privata o sugli scenari politici e sociali futuri. In quegli anni il sistema di valori si è rapidamente degradato. Ma non è la vita dei fuorilegge il tema centrale del film. Molti dei personaggi sono in fondo alla scala gerarchica dell’organizzazione, diventati criminali per istinto di sopravvivenza, senza una particolare propensione, sapendo di non avere talento, forse per colpa dei tempi. Le cose sono cambiate dopo la caduta di Milosevic, nel 2000. Ho voluto raccontare la transizione da una società di criminali ad una di consumatori. Le storie di questi piccoli criminali mi sono sembrate perfette per testimoniare un enorme cambiamento a partire da un contesto molto ristretto».
(Nelle sale dal 19 giugno distribuito da Ripley’s Film)

Note:
* Il regista Stefan Arsenijevic è nato a Belgrado nel 1977. Ha iniziato gli studi in filosofia laureandosi poi in Regia Televisiva e Cinematografica alla Facoltà di Arti Drammatiche dell’Università di Belgrado. Nel 2005 ha diretto Fabulous Vera, uno degli episodi di Lost and Found. Numerosi i cortometraggi realizzati, tra questi (A)torsion che ha vinto l’Orso d’argento alla Berlinale, l’European Film Award, ed ha ricevuto la nomination agli Oscar®. È co-fondatore della società di produzione Art & Popcorn che ha prodotto Amore e altri crimini, suo primo lungometraggio.
* Il film è stato realizzato con il supporto di Eurimages, Film Center Serbia, Filmstiftung NRW, BKM, Film Fonds Wien, Beograd, FFA, Slovenian Film Fund, MCC, Robert Bosch Stiftung, Hubert Bals Fund, See Cinema Network e Ace – Ateliers du Cinéma européen.

Fonte: ‹CineSpettacolo.it›, 15/06/09.