Area aperta all’Europa e non più area di frontiera

Scritto da «La Voce del Popolo», 26/08/09

«Anche il Friuli Venezia Giulia avrà l’onore di ospitare la Fondazione Dolomiti-Unesco». Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Renzo Tondo, alle celebrazioni di Auronzo di Cadore per il riconoscimento delle Dolomiti quale patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano e del ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, presenti anche i presidenti del Veneto, Giancarlo Galan, e quelli delle Province Autonome di Trento e Bolzano, rispettivamente, Lorenzo Dellai e Luis Durnwalder. Un riconoscimento al comprensorio dolomitico (giunto dall’Unesco all’unanimità lo scorso 26 giugno), che abbraccia nei suoi oltre 200mila ettari i territori delle province di Belluno, Bolzano, Pordenone, Trento ed Udine, con ben nove parchi naturali e tra questi anche il Parco delle Dolomiti Friulane e che, ha sottolineato il Capo dello Stato, si presenta come un’area di montagna di cui ora abbiamo un obbligo di salvaguardia di fronte al mondo, «aperta all’Europa e non più area di frontiera».

Leggere la Costituzione
«Tornare a leggere la Costituzione e ricordarsi che l’Italia è una sola, da Nord a Sud», ha voluto ribadire in quest’occasione il presidente della Repubblica. Parole che arrivano nei giorni di polemica sollevata dalle posizioni della Lega Nord sull’inno di Mameli e l’uso dei dialetti. «Se si legge la Carta, e bisognerebbe farlo, e tornare a farlo, costantemente ci si accorge che il soggetto più citato è la Repubblica. È, nel dettato della Costituzione la Repubblica il soggetto che regge gran parte dei suoi precetti che riconosce diritti e tutela, beni preziosi per tutti», ha dichiarato il Capo dello Stato nella cornice di Auronzo di Cadore. «L’inscindibilità del patrimonio nazionale dal Nord al Sud, del patrimonio di storia e di bellezza che fa grande la nostra Italia», è stata sottolineata dal presidente della Repubblica. Non sono mancati alcuni mugugni di alcuni amministratori locali sulla opportunità di tenere la manifestazione nonostante il lutto per l’incidente in cui sabato sono morti quattro uomini del soccorso alpino. «Le speculazioni sono fuori luogo», ha ribattuto Napolitano perché, comunque, non è stato dimenticato «quello che è successo». «Questa però non è una festa – ha voluto precisare il Capo dello Stato –, è una cerimonia seria di riflessione e di impegno. Tutte le speculazioni sono fuori luogo». Per l’FVG questa è «l’occasione di rafforzare in noi la convinzione che in FVG abbiamo un triplice patrimonio montano costituito dalle stesse Dolomiti e dagli anfiteatri delle Alpi Carniche e delle Alpi Giulie, che devono rappresentare per noi opportunità di sviluppo umano, sociale ed economico. Non dobbiamo temere lo sviluppo quando è sostenibile e correttamente impostato».

Monumento d’Italia
«Monumento d’Italia»: così Renzo Tondo, presidente del Friuli Venezia Giulia, ha definito le Dolomiti che entrano nel patrimonio dell’Unesco. Per Tondo, le Dolomiti sono «una risorsa insostituibile» con la loro «fragilità del paesaggio, con lo spopolamento della montagna, con problemi di tipo ambientale e il depauperamento delle risorse». «Quello dell’Unesco – ha ricordato –, non è soltanto un riconoscimento, ma anche un’indicazione sulla qualità del lavoro fatto su un territorio che è delicato, in continua evoluzione da proteggere e tutelare». Le Dolomiti sono «un patrimonio – ha concluso –, da promuovere per presenza turistica sostenibile, per tutelare nel far crescere le genti e le culture locali». Il territorio s’impone per la sua importanza anche storica, oltre che naturalistica. Scavi archeologici hanno visto emergere piccoli segni tangibili del passato di Auronzo. Dalle ceramiche di probabile uso funerario del Monte Agudo, ai reperti di origine romana di Piazza Santa Giustina, fino ai ritrovamenti del Monte Calvario, i rinvenimenti emersi hanno permesso di retrodatare di un migliaio d’anni la storia di Auronzo.