“Venerande reliquie d’un tempo remotissimo, essi dovrebbero venir riguardati quali monumenti intangibili … Purtroppo l’ignoranza da un lato e l’incuria dall’altro, tendono continuamente a distruggerli, a cancellarne ogni traccia … “.
Così, nel 1903, scriveva l’archeologo Carlo Marchesetti, autore di un fondamentale volume su “I castellieri preistorici di Trieste e della Regione Giulia”.
Dai tempi di Marchesetti, fortunatamente, molto è cambiato: e con il procedere degli studi e degli scavi, via via estesi all’Istria e al Friuli, si è ampliata non solo la conoscenza ma anche la consapevolezza di un patrimonio di storia, di cultura, e di radici comuni del comprensorio dell’alto Adriatico da tutelare e da valorizzare.
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