Cristicchi tolto dal palinsesto Rai

Scritto da Cristina Di Giorgi, Giornale d’Italia.it, 24/01/14
venerdì 24 gennaio 2014
“La storia non deve essere di nessuno, ma la verità deve essere di tutti”. Queste le parole con cui Jan Barnas, autore insieme a Simone Cristicchi di Magazzino 18, ha spiegato le motivazioni che lo hanno spinto, in collaborazione con il cantautore romano, a scrivere un’opera teatrale su un argomento tanto importante quanto discusso. Un lavoro che racconta appunto la verità su una pagina di storia sconosciuta ai più e che per questo meriterebbe un’ampia diffusione. Per esempio in televisione. Magari il 10 febbraio, giorno in cui si ricordano le vittime delle foibe e gli esuli istriani, giuliani e dalmati, ai quali Magazzino 18 rende il giusto riconoscimento ed omaggio.
Magari. Perché la Rai, dopo aver annunciato ufficiosamente che lo spettacolo di Cristicchi e Barnas era stato inserito nel palinsesto della rete ammiraglia per la seconda serata appunto del 10 febbraio, sembra purtroppo averci ripensato. Ne dà notizia, sulla pagina facebook dedicata allo spettacolo, lo stesso autore e protagonista, che scrive: “Purtroppo la messa in onda non è stata al momento confermata. Sembra infatti che ci sia stato un dietro front, per lasciare spazio ad un’altra trasmissione. Ubi Maior! Questo è tutto quello che mi è stato detto. Mi dispiace per tutte quelle persone che, non avendo visto lo spettacolo nella propria città, aspettavano il 10 febbraio per poterlo vedere in tv”.
Una decisione, quella dei vertici di viale Mazzini, decisamente non condivisibile. Perché Magazzino 18 è il primo spettacolo che porta in scena, tra musica, immagini e monologhi, una Verità che in molti hanno fatto di tutto per dimenticare. E compito primario di una tv pubblica dovrebbe essere appunto quello di contribuire a fare cultura, magari anche divertendo e commuovendo. Soprattutto in una giornata come quella del Ricordo.
Accendere la televisione per guardare lo spettacolo di Cristicchi avrebbe dato, finalmente, un buon motivo per pagare un canone che appare, quasi a tutti, sempre più ingiustificato. Perché la qualità e lo spessore delle trasmissioni che vanno in onda appare, salvo sempre più rare occasioni, in caduta libera. Evidentemente i vertici di viale Mazzini non hanno ritenuto opportuno dare spazio ad un lavoro che continua a riscuotere successi, premi ed opinioni molto più che favorevoli. Tra esse, solo per ricordarne alcune, le parole di Pippo Baudo (“Lo spettacolo è uno dei più belli da me visti a teatro negli ultimi anni. Perfetto”), di Francesco Scorace (“Ciò che Cristicchi ha messo in scena dovrebbe insegnare il rispetto della ricerca storica e indurre a fare i conti con la propria coscienza”) e di Achille Occhetto che, forse tardivamente – ma meglio tardi che mai – ammette almeno parzialmente le colpe della sinistra nelle vicende trattate: “Spettacolo davvero molto bello. Trasmette un grande pathos per via di vicende drammatiche nelle quali i torti e le ragioni non stanno tutti da una parte. Occorre dire, e nel lavoro di Cristicchi ne ho trovato traccia, che lo stalinismo ha macchiato le idealità dello stesso antifascismo”.