I pescatori croati: «No all’arbitrato. Caleremo le reti nelle stesse acque»

Scritto da «Il Piccolo», 04/11/09
POLA – Non si sono fatte attendere in Istria le reazioni all’approvazione in Parlamento della proposta di arbitrato internazionale quale soluzione del pluriennale contenzioso confinario, sia terrestre che marittimo, con la vicina Slovenia. Un documento che qualcuno ritiene estremamente dannoso per la Croazia, visto che sarebbe scontata la cessione alla Slovenia di parte del suo territorio, o meglio del suo mare. A Umago è stato subito costituito il Comitato per la difesa del territorio croato che si è affrettato ad inviare allo stesso Parlamento e alla stampa una nota nella quale si evidenziano le carenze dell’accordo, in riferimento al confine marittimo. Nella notasi dice che a questo punto è chiaro che la Croazia è disposta a venire incontro a ogni richiesta slovena. La premier Jadranka Kosor viene accusata di essersi “inginocchiata” a un vergognoso ricatto di Lubiana.
E si ricorda ancora una volta che la Slovenia non ha mai finora dimostrato buona volontà nella soluzione, ad esempio, dei problemi relativi alla Ljubljanska Banka: tra i suoi depositi ancora oggi sono bloccati quelli dei risparmiatori croati presenti al momento della disgregazione dell’ex Jugoslavia. Si cita un altro caso, quello relativo alla proprietà della Centrale nucleare di Krsko, costruita anche con soldi pubblici provenienti dalla Croazia. Si elencano inoltre l’abrogazione unilaterale del lasciapassare e le porte chiuse dell’ospedale di Isola per i pazienti del vicino Buiese. «È deplorevole – si dice infine nel comunicato – come la Slovenia possa incidere in maniera così energica sulla nostra sorte, pretendendo cose alle quali non ha minimamente diritto». Letteralmente sul piede di guerra sono scesi i pescatori dell’area istriana, che hanno deciso di organizzare una grande manifestazione di protesta, senza precisare tuttavia, forse per avere un effetto-sorpresa, né data né luogo. Si parla anche di paralisi dei porti, cioè di blocchi di motopesca alle bocche degli scali.
Il presidente dell’associazione pesca “Mare Croaticum” Daniele Kolec ha precisato che la categoria non intende cedere, costi quel che costi. «Noi continueremo a pescare nel nostro mare – ha dichiarato – indipendentemente dalla possibile correzione dei confini». «E per chi oserà toccarci – ha concluso con toni di fuoco – saranno guai molto seri». Dal canto suo la giornalista televisiva Branka Separovic di Zagabria, nota per le sue posizioni di destra, organizzerà sabato prossimo il “Convoglio Libertas”, sul modello di quello promosso 18 anni fa a Ragusa quando si era trattato di cacciare l’ex Armata popolare jugoslava dalla Dalmazia. Anche lei è del parere che l’Accordo d’arbitrato comporterà la cessione alla Slovenia di parte del territorio croato. Il convoglio delle imbarcazioni partirà in mattinata dinanzi al faro di Salvore per arrivare alla foce del fiume Dragogna, dove verrà issata la bandiera croata. I pescatori della zona non hanno ancora deciso se aderire o meno all’iniziativa.