«La Croazia non nasce dal crimine»

Scritto da «La Voce del Popolo», 06/08/09

La Croazia ha celebrato ieri solennemente la Giornata della Vittoria e del Ringraziamento patriottico e la Giornata dei difensori. Alla manifestazione centrale svoltasi a Knin sono intervenuti i presidenti della Repubblica, del governo e del Sabor, rispettivamente Stjepan Mesi?, Jadranka Kosor e Luka Bebi?, il vicepresidente del Parlamento, Vladimir Šeks, nonché tutti i ministri. Nell’ambito delle cerimonie a Knin nello stadio locale sono sfilati quattordici reparti a simboleggiare il quattordicesimo anniversario della vittoriosa operazione “Tempesta”. Durante la manifestazione la città è stata sorvolata dai MIG dell’aeronautica militare. Nel suo intervento il Capo dello Stato ha condannato tutti i crimini compiuti durante la guerra patriottica, a prescindere chi li abbia commessi e chi siano state le vittime. «Dobbiamo condannare e condanniamo ancora più energicamente i crimini commessi in nome della croaticità, perché essi gettano un’ombra sulla lotta giusta e nobile dei difensori croati e sui loro sacrifici. Questo dev’essere chiaro a chiunque sia in Croazia, sia all’estero», ha sottolineato Stjepan Mesi?. La Croazia attuale, ha rilevato ancora il presidente della Repubblica, «non è stata edificata sul crimine» a differenza, ha aggiunto «del cosiddetto Stato indipendente croato» di Ante Paveli?, che era «basato su un’ideologia criminale e contrassegnato dal crimine dal primo all’ultimo giorno della sua esistenza». Riferendosi al recente ingresso della Croazia nella NATO, il Capo dello Stato ha ribadito che Zagabria punta con convinzione anche verso l’Unione europea nonostante il blocco sloveno dei negoziati di adesione. La Croazia, ha affermato ancora Stjepan Mesi?, darà un contributo costruttivo alla soluzione di questo problema, però non accetterà di cedere territori pur di entrare in Europa. In merito allo sviluppo delle Forze armate croate, il presidente ha spiegato che a causa della crisi finanziaria si è dovuto posporre l’acquisto di dispendiose tecnologie per i sistemi di difesa. Però, ricordando che questo è il suo ultimo discorso a Knin in qualità di presidente, Mesi? ha detto di essere ottimista riguardo allo sviluppo della Croazia.

«Andare nell’UE a testa alta»
Nel rivolgersi ai presenti, il premier Jadranka Kosor ha sottolineato i meriti dei difensori croati e del primo presidente, Franjo Tu?man e l’importanza che hanno avuto nel creare la Croazia libera. Riferendosi alla situazione attuale, Jadranka Kosor ha dichiarato che «la Croazia ha affrontato la crisi finanziaria mondiale molto meglio di altri Stati», rilevando però che «questa situazione ha messo in evidenza le nostre mancanze strutturali». Annunciando riforme radicali ha sottolineato che «per quanto doloroso possa essere, necessitiamo di soluzioni che porranno l’apparato del potere e tutti i sui meccanismi al servizio dell’economia croata e di tutti i cittadini croati». Il premier ha evidenziato, inoltre, che le decisioni appena prese, puntano a stabilizzare la situazione e a breve termine, «dovrebbero creare le condizioni per partire, già da questa estate, con la preparazione delle riforme radicali che ci stanno davanti». Il presidente del Sabor, Luka Bebi?, nel suo discorso ha messo in evidenza l’importanza di non ridurre l’orgoglio per la guerra patriottica, bensì di tramandare i suoi valori alle future generazioni: «La Croazia deve entrare nell’Unione Europea, ma non a capo chino, bensì portando con sé la propria tradizione e la propria storia». Nella conferenza stampa congiunta dei vertici dello Stato sono state ricusate le insinuazioni che la celebrazione centrale a Knin sia al servizio dei politici e trascuri i difensori. Mesi? ha espresso il parere che l’operazione “Tempesta” ha messo fine alla guerra non solamente in Croazia, ma ha anche fermato la sua propagazione a un territorio europeo più vasto. Bebi? ha evidenziato che la “Tempesta”, oltre a liberare il territorio croato, si è svolta un mese dopo l’eccidio di Srebrenica e ha contribuito a sbloccare Biha?, impedendo una strage maggiore. Inoltre, ha specificato che «l’esercito croato ha combattuto sul suolo croato, non a Kragujevac, ?a?ak o Novi Sad”. Infine, Kosor ha dichiarato che ci sono sempre persone che vogliono offuscare una celebrazione, ma anche una grande vittoria dell’esercito e della polizia croata».
Mesi? non si è recato alla messa per la patria

In giornata l’ordinario militare Juraj Jezerinac ha celebrato una messa solenne nella chiesa di San Antonio, a Knin. Vi hanno presenziato Luka Bebi? e Jadranka Kosor, ma non Stjepan Mesi?. L’Ufficio del presidente ha comunicato che la causa risiede in un articolo apparso sul periodico cattolico «Glas koncila», in cui si parla di «alto tradimento», con riferimento al presidente della Repubblica di Croazia. Per protesta e, soprattutto, perché non ci sono state prese di posizione da parte del clero, Mesi? ha considerato l’articolo un attacco personale e non si è recato alla funzione. L’officiante, nell’omelia, alludendo all’assenza del primo cittadino della Croazia, ha dichiarato che «la partecipazione alle funzioni da parte dei vertici dello Stato non è solamente un atto protocollare».