Laurana, un dalmata a Castel Nuovo

Sarah Frattola – Marta Morgana Rudoni, Francesco Laurana. Un dalmata a Castel Nuovo di Napoli [con un saggio di Alessandro Ricciardi e Prefazione di Giorgio Federico Siboni], Coordinamento Adriatico, Bologna 2019.

Il volume può essere richiesto a info@coordinamentoadriatico.it

Dalla Prefazione di Giorgio Federico Siboni “Europa e Dalmazia. Un dialogo spaziale”

Gli studi che costituiscono tale epitome sono il frutto di una ricerca pluriennale promossa dalla Associazione Coordinamento Adriatico APS. di Bologna e co-finanziata dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ai sensi della Legge 23 dicembre 2009 n. 191, meritoriamente destinata agli “Interventi a tutela del patrimonio storico e culturale delle comunità degli esuli italiani dell’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia”.
I due saggi che compongono il volume si soffermano su aspetti – di caratteristica dissertazione – legati alla diffusione dell’ingegno rinascimentale dalmata in Italia e in Europa. Essendo stato cooptato a suo tempo nel Comitato scientifico del progetto di ricerca che precede suddetta pubblicazione, guardo oggi con vigorosa soddisfazione alle acute considerazioni stilate da un più che versato perito del talento artistico dalmata e agli esiti di analisi lodevolmente estesi da una valente coppia di giovani studiose. Parafrasando pertanto i Fasti del poeta latino Ovidio: laudamus veterem sed nostra utimur arte. Ossia lodiamo l’antica, ma ci valiamo della nostra arte. Tale glossa può prestarsi in queste pagine a diverse letture.
Le più risalenti e sostanzialmente limitate osservazioni sull’artista Francesco Laurana (1420 ca. – 1501) – oggetto
specifico di tali indagini – così come sulla sua formazione e sulle sue opere, sono nel tempo confluite in risultati spesso inclinati in modo tendenzialmente sospeso, a causa dell’assenza soggettiva di documenti anteriori al 1453 e alla scarsità di opere documentate. Ne deriva quindi la distintiva efficacia delle relazioni storiche, biografiche e artistiche presentate dagli autori di tale raccolta, ancora oltre la bibliografia appresa.
Scorrendo le pagine che seguono sarà appropriato per il lettore tenere presente il riferimento al patrimonio classico
da parte di un Maestro proprio del Rinascimento e vivamente astante al contesto di un’arte che fu – e rimane – pure
altera per effetto del distacco cronologico e geografico. Antichità romana e adriatica come italiana. Da ciò deriva l’ordine spaziale di siffatto lavoro che evidenzia l’universalità della cultura europea fra XV e XVI secolo – dall’Età medievale a quella moderna – e di conseguenza l’avvicendamento degli artisti fra diversi punti geografici di approdo. Simile contesto si ravvisa egualmente nell’ambiente locale, tanto storico quanto politico ed ecclesiastico, che si rileva spiegando gli scritti a quattro mani di Frattola – Rudoni e quello di Alessandro Ricciardi. L’approccio dell’uomo del Rinascimento – come fu Francesco Laurana – sapeva superare le distanze del tempo, rinnovando l’antico nel moderno. Si riscontrino in ciò i dettagli che gli autori sottolineano nel ponderare le radici classico-romane e gli stimoli estetici greco-bizantini del contesto adriatico con la vitalità culturale del quadro napoletano e siciliano, come di quello angioino.
Stimando il contributo originale e prezioso che la regione dalmata ha apportato alla storia e all’arte italiana e il cospicuo lascito di simile retaggio, ritengo che la parabola umana e intellettuale di Francesco Laurana, posta con questo contributo all’attenzione del pubblico, rimarchi in modo significativo i proficui scambi artistici fra la Dalmazia e l’Europa rinascimentale, evidenziando lo sviluppo di una propositiva cultura di confine.
È desiderio dedicare questi approfondimenti alla memoria di Lucio Toth – senatore (1987-1992) indi presidente della Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (1992-2012) – che partecipò attivamente e con dedizione a tale iniziativa culturale.