Superporto, anche Banca Intesa punta su Capodistria

Scritto da Matteo Unterwegher, «Il Piccolo», 26/03/11
Roma si fa attendere, ancora. Dal governo, in altre faccende affaccendato, non giunge alcuna nuova sulla strategia nazionale in tema di infrastrutture portuali. Così il progetto del superporto Unicredit Trieste-Monfalcone (con la città dei cantieri nel ruolo di fulcro designato) ogni giorno che passa si allontana di più dall’Italia, non senza una certa soddisfazione da parte dei porti concorrenti operativi lungo la Penisola, spostandosi nel contempo verso Est. Laddove cioè i dialoghi con Lubiana sono già stati avviati in proiezione Capodistria, per il cui porto – unico scalo nazionale della vicina repubblica – la Slovenia ha in mente una missione non equivocabile che in una parola si riassume come “potenziamento”.
Il nuovo campanello d’allarme suona per le dichiarazioni di Mario Ciaccia, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, che in tema di alleanze fra la propria costola dedicata alle infrastrutture (Biis) e Unicredit si è espresso così dalle colonne del Secolo XIX: «Se i volumi di traffico sono compatibili, si può realizzare sia l’offshore di Venezia, sia quello di Capodistria, che è alternativo a Monfalcone, porto indicato inizialmente per il progetto». «Se Capodistria si mette subito a disposizione – ha aggiunto – con la società di logistica dedicata per i trasporti, ecco che lì le priorità si possono realizzare in modo più agevole». Ma quella che poteva apparire come una fuga in avanti piuttosto netta verso la Slovenia, ieri, è stata almeno “ammorbidita” nelle affermazioni rilasciate al Piccolo: «Non è un problema di preferenze e non è deciso ancora nulla – ha spiegato Ciaccia sull’ipotetica “location” del superporto -. La differenza la faranno la disponibilità del territorio e gli interventi finanziari da parte delle autorità competenti».
E la sinergia infrastrutturale Unicredit-Intesa, nei progetti dei due colossi, è controbilanciata da un’ulteriore partnership sul versante del Porto Vecchio, a parti invertite però: Banca infrastrutture innovazione e sviluppo (Biis) è tassello della società concessionaria Portocittà, composta anche dal cartello di costruttori Maltauro – Rizzani de Eccher e da Sistema iniziative locali spa (Sinloc). Così Ciaccia sul Porto Vecchio: «Ci stiamo lavorando con forza perché è un progetto nel quale crediamo. Si parla di necessità finanziarie per circa un miliardo e quindi saremmo ben felici se Unicredit fosse interessata a partecipare». Dal fronte Unicredit, invece, nessuna dichiarazione. Su superporto e Porto Vecchio bocche cucite, per scelta.