Zagabria rischia di nuovo il blocco dei negoziati UE

Scritto da Miljana Vukovic
Il Primo Ministro croato Jadranka Kosor non ha ottenuto l’appoggio dell’opposizione sull’accordo con la Slovenia, rinviando così la seduta parlamentare per la sua approvazione a venerdì. Il capo dell’opposizione e leader del Partito socialdemocratico SDP, Zoran Milanovic, ha detto dopo la riunione che alcuni elementi del contratto presentato devono essere completati chiedendo così il parere del Presidente Mesic su tale accordo. In particolare, l’opposizione ha contestato la clausola compromissoria in base alla quale la Commissione d’arbitrato dovrebbe stabilire un accesso al mare aperto per la Slovenia, considerata così una concessione troppo alta, «un prezzo elevato che la Croazia non può pagare». Si tratta dell’articolo 3 dell’accordo sloveno-croato, in base al quale «la Corte d’arbitraria determina il confine marittimo e territoriale tra la Croazia e la Slovenia, l’accesso della Slovenia con il mare aperto, il regime dell’uso della superficie marittima in questione». L’accordo è stato presentato ai partiti parlamentari croati nella sessione di mercoledì, insieme alla dichiarazione della Croazia davanti ai rappresentanti dell’UE e degli Stati Uniti, secondo la quale, la Croazia non è obbligata a dare alla Slovenia uno sbocco sul mare aperto.

Nonostante questa dichiarazione, non è stato raggiunto il consenso con i partiti dell’opposizione. L’SDP sostiene che il punto “b” dell’articolo 3 sia identico all’accordo Racan–Drnovseke che, accettando una proposta del genere, la Croazia darebbe alla Slovenia una parte del suo territorio. Il Premier Kosor non ha commentato l’articolo problematico. «Questo è quanto abbiamo potuto concordare per avere una situazione win-win, o, se volete, win-win-win, in cui vincono sia la Croazia, sia la Slovenia, sia l’UE», ha detto la Kosor. Le trattative continuano, ma il Premier ha confermato che nel caso di un rigetto dell’accordo, la Slovenia potrebbe di nuovo bloccare i negoziati croati con l’UE. ZoranMilanovic, capo dell’SDP ha affermato che l’accordo contiene dei punti discutibili che devono essere ulteriormente discussi, ma vuole anche sapere quale sia il parere del Presidente Mesic. Daniel Srb (HSP) sostiene che il nuovo accordo sia «più nocivo della seconda proposta di Olli Rehn». Vladimir Sisljagic (HDSSB) ha detto che «una questione così seria non può essere valutata due ore dopo la prima visione dell’accordo», aggiunge Sisljagic e conclude che l’accordo non cita «la Corte internazionale», ma «di Arbitrato», cosa che invece deve essere discussa in un confronto tra Governo e opposizione. «L’accordo non può essere modificato. È basato sul principio prendi o lascia», ha detto Sisljagic. Milorad Pupovac, dell’SDSS, sostiene invece che l’accordo avrà l’appoggio dei partner della coalizione perché pare sia buono.

Dopo l’incontro con l’opposizione, presso la sede del Governo croato sono giunti i Ministri, convocati dalla Kosor, per una riunione straordinaria, durante la quale doveva essere formalizzato l’accordo croato-sloveno. «Sembrava che ci sarebbe stato il consenso e volevo formalizzarlo. Questo non è accaduto, a causa delle obiezioni dell’SDP», ha detto la Kosor, in una delle sue prime dichiarazioni a caldo. Alcuni partecipanti della riunione sostengono che il Premier abbia voluto “liquidare” l’accordo, per poterlo presentare a Bruxelles come un successo personale. La bozza dell’accordo sarà davanti al Parlamento all’inizio della settimana prossima, nonostante il disaccordo dell’opposizione. Nel frattempo, Jadranka Kosor incontrerà Janez Jansa, mentre Zoran Milanovic incontrerà il Premier Pahor. La televisione slovena ha riportato la notizia che il Ministero degli Esteri sloveno non ha voluto commentare l’esito dell’incontro della Kosor con l’opposizione. È stato però sottolineato che il Premier Pahor ha fallito, nonostante l’incontro con Milanovic tenutosi lunedì a Zagabria. L’ex-Presidente sloveno Milan Kucan è convinto che Pahor protegga gli interessi sloveni e che nessuno possa privare la Slovenia dei suoi diritti, incluso il diritto di avere l’accesso al mare aperto.

Fonte: Rinascita Balcanica, 29/10/09.