7. L’occupazione jugoslava della Venezia Giulia e della Dalmazia, maggio 1945-15 settembre 1947

Tra la fine di aprile e gli inizi di maggio 1945 le forze iugoslave entrarono in tutta la regione. Le ultime città italiane ad essere occupate furono Pola e Fiume, il 2 ed il 3 maggio 1945.
Con gli accordi di Duino che avevano sancito la spartizione della regione in due zone d’occupazione, la A e la B, le forze iugoslave mantennero in regime d’occupazione la zona B della Venezia Giulia, cioè l’intera regione sino a Fiume escluse le città di Gorizia, Trieste, Pola con una ristretta fascia di territorio.
Ripreso il servizio postale, dapprima si fece pagare la tassa delle lettere per contanti, senza utilizzare nessun francobollo (foto 1).

Foto 1) Come mostra questa cartolina da Pisino per Lussino del 28 giuigno 1945, con bollo di censura militare di Fiume, all’inizio del servizio postale sotto l’occupazione jugoslava non si usarono francobolli.

Foto 1) Come mostra questa cartolina da Pisino per Lussino del 28 giuigno 1945, con bollo di censura militare di Fiume, all’inizio del servizio postale sotto l’occupazione jugoslava non si usarono francobolli.

Si è visto come a Trieste e a Pola, in tempi diversi e prima dell’abbandono delle città, gli iugoslavi avessero sovrastampato i francobolli già della RSI con diciture bilingui o solo in croato; in ambedue le città quei valori erano entrati in distribuzione dopo l’arrivo degli anglostatunitensi.
L’operazione di sovrastampa venne effettuata all’inizio dell’occupazione anche a Fiume, terzo capoluogo di provincia occupato. Non venne invece messa in atto nell’ultimo capoluogo di provincia occupato a maggio, Gorizia.
Nel capoluogo quarnerino la dicitura prescelta fu bilingue: “3 V 1945 Fiume Rijeka” (foto 2, 3).

Foto 2) Questa lettera da Fiume del 12 gennaio 1946 è affrancata con i francobolli sovrastampati per la provincia, l’etichetta di raccomandazione bilingue e il bollo italiano. È l’ultima data conosciuta dell’uso di questi francobolli, che verranno poi sostituiti dai seguenti.

Foto 2) Questa lettera da Fiume del 12 gennaio 1946 è affrancata con i francobolli sovrastampati per la provincia, l’etichetta di raccomandazione bilingue e il bollo italiano. È l’ultima data conosciuta dell’uso di questi francobolli, che verranno poi sostituiti dai seguenti.

Foto 3) Nella provincia di Trieste rimasta nella zona B furono eccezionalmente usati anche i valori sovrastampati a Trieste, ed ancora più eccezionalmente quelli sovrastampati a Fiume, essi stessi d’uso sporadico alla fine dell’anno, come mostra questa lettera del 17 dicembre 1945, spedita da Cave Auremiane, con francobolli “Trieste-Trst” e “Fiume-Rijeka”.

Foto 3) Nella provincia di Trieste rimasta nella zona B furono eccezionalmente usati anche i valori sovrastampati a Trieste, ed ancora più eccezionalmente quelli sovrastampati a Fiume, essi stessi d’uso sporadico alla fine dell’anno, come mostra questa lettera del 17 dicembre 1945, spedita da Cave Auremiane, con francobolli “Trieste-Trst” e “Fiume-Rijeka”.

Nell’agosto 1945 le autorità iugoslave diffusero una nuova serie di valori per l’intera zona B, con diciture in croato, sloveno e italiano, detti «Litorale», con vedute della regione (anche della zona A) e la dicitura “Istria Littorale sloveno”. Nella toponomastica iugoslava, «litorale sloveno» è la parte dell’Istria pertinente alla Slovenia, a nord del torrente Dragogna, mentre «Istria» è la parte croata. In questa emissione, nella parola «Litorale» vi era una «t» in più ma, come fece osservare Giovannino Guareschi, più che una «t» in più, vi era uno «sloveno» in più (foto 4).

Foto 4) Lettera da Lussinpiccolo con francobolli “Litorale” e con il bollo italiano con il nome della provincia (Istria) scalpellato, del 21 luglio 1946.

Foto 4) Lettera da Lussinpiccolo con francobolli “Litorale” e con il bollo italiano con il nome della provincia (Istria) scalpellato, del 21 luglio 1946.

Venne emessa anche una cartolina postale, con intestazione bilingue “Dopisnica – cartolina postale” e, solo in croato, l’autorità emittente e la zona in cui fu messa in circolazione: “Occupazione militare iugoslava per la marca giuliana, il litorale sloveno, l’Istria e Fiume” (foto 5).

Foto 5) Oltre ai francobolli venne preparata anche una cartolina postale che raffigurava il palazzo del governo di Fiume.

Foto 5) Oltre ai francobolli venne preparata anche una cartolina postale che raffigurava il palazzo del governo di Fiume.

Dapprima rimasero in uso i bolli postali italiani, in cui venne scalpellato via il nome della provincia in basso: Gorizia, Trieste, Pola (non a Fiume).
Vennero poi introdotti nuovi bolli con dicitura solo in lingua slava (foto 6), che dopo le proteste alleate (perché erano contrari agli accordi di giugno che chiedevano il bilinguismo) vennero sostituiti da altri con dicitura bilingue sloveno o croato e italiano (foto 7, 8).

Foto 6) 31 maggio 1946. Lettera da San Pietro del Carso del 31 maggio 1946 con il nuovo bollo scritto solo in sloveno, che aveva appena sostituito quello italiano scalpellato. Il francobollo da 4 raffigura l’arena di Pola.

Foto 6) 31 maggio 1946. Lettera da San Pietro del Carso del 31 maggio 1946 con il nuovo bollo scritto solo in sloveno, che aveva appena sostituito quello italiano scalpellato. Il francobollo da 4 raffigura l’arena di Pola.

Foto 7) Cartolina da Lussingrande del 22 marzo 1947 con il nuovo bollo bilingue “Veli Losinj / Lussingrande. Il francobollo raffigura il castello di Duino.

Foto 7) Cartolina da Lussingrande del 22 marzo 1947 con il nuovo bollo bilingue “Veli Losinj / Lussingrande. Il francobollo raffigura il castello di Duino.

 

Foto 8) Un campionario di bolli postali in uso nella zona B: italiani con il nome della provincia scalpellato (nel caso di Tolmino è scalpellata anche la o per slovenizzare il toponimo) italiano con “Fiume”, solo in sloveno, bilingui croato/sloveno.

Foto 8) Un campionario di bolli postali in uso nella zona B: italiani con il nome della provincia scalpellato (nel caso di Tolmino è scalpellata anche la o per slovenizzare il toponimo) italiano con “Fiume”, solo in sloveno, bilingui croato/sloveno.

Era in atto una pesante azione snazionalizzatrice, svolta con la propaganda e con la violenza, che ebbe i suoi riflessi anche in queste piccole cose postali. Per esempio, nel respingere al mittente la posta proveniente dall’Italia diretta nella zona B perché l’indicazione della località era scritta in italiano.
Nel febbraio 1947, quando ormai era certa la cessione alla Iugoslavia dell’intera zona, questa ritirò i francobolli “Litorale” ed emise una nuova serie, sovrastampando francobolli iugoslavi con la dicitura “Amministrazione militare dell’armata iugoslava” (foto 9).

Foto 9) Lettera da Cave Auremiane per gli Stati Uniti del 7 marzo 1947, affrancata con un francobollo della nuova emissione d’occupazione militare ed uno “Litorale”. Bollo solo in lingua slovena.

Foto 9) Lettera da Cave Auremiane per gli Stati Uniti del 7 marzo 1947, affrancata con un francobollo della nuova emissione d’occupazione militare ed uno “Litorale”. Bollo solo in lingua slovena.

Il 15 settembre 1947, quando 350.000 italiani avevano già abbandonato la loro piccola patria, avvenne il cambio di sovranità.

In Dalmazia

A Zara, capitale della Dalmazia e città italiana più bombardata durante la guerra, i titini entrarono il 31 ottobre 1944. Nel marzo 1945 ripresero i servizi postali: le corrispondenze venivano inoltrate senza affrancatura, con un bollo in lingua croata e serba (foto 10). Il 16 agosto 1945 ripresero i collegamenti con l’Italia. Nell’autunno 1945 entrarono in vigore i francobolli iugoslavi (foto 11).

Foto 10) Zara fu considerata annessa di fatto sin dal novembre 1944. Cartolina senza affrancatura da Zara del 30 luglio 1945, quando le corrispondenze venivano inoltrate (solo per la Iugoslavia) senza affrancatura.

Foto 10) Zara fu considerata annessa di fatto sin dal novembre 1944. Cartolina senza affrancatura da Zara del 30 luglio 1945, quando le corrispondenze venivano inoltrate (solo per la Iugoslavia) senza affrancatura.

Foto 11) Lettera scritta da un’italiana zaratina in Italia il 1° agosto 1946: erano già stati introdotti i francobolli iugoslavi.

Foto 11) Lettera scritta da un’italiana zaratina in Italia il 1° agosto 1946: erano già stati introdotti i francobolli iugoslavi.

Anche se il cambio di sovranità avvenne ufficialmente il 15 settembre 1947, l’occupazione della città fu subito un’annessione di fatto, con la cancellazione di tutte le sue strutture preesistenti (foto 12).

Foto 12) Gli iugoslavi smantellarono tutta la struttura amministrativa italiana. 30 aprile 1946: lettera al Comune di Zara per affari riguardanti le elezioni per la Costituente (gli zaratini erano giuridicamente cittadini italiani) che venne respinta con l’etichetta «non esiste più».

Foto 12) Gli iugoslavi smantellarono tutta la struttura amministrativa italiana. 30 aprile 1946: lettera al Comune di Zara per affari riguardanti le elezioni per la Costituente (gli zaratini erano giuridicamente cittadini italiani) che venne respinta con l’etichetta «non esiste più».