M. Bodrožic, «È morto Tito»

Scritto da Zandonai Editore
M. Bodroži?, È morto Tito, Rovereto, Zandonai, 2010.

La morte di Tito, osservata da una prospettiva infantile, è l’evento da cui prende origine questa intensa raccolta di racconti, tuttavia Marica Bodroži? sa sottrarsi con sapienza a ogni luogo comune e vincolo politico, a ogni testimonianza forzata sulla perdita della patria o sul sanguinoso disgregarsi della Jugoslavia, consacrandosi al poetico, malgrado tutto – per riprendere la celebre affermazione di Danilo Kiš, amatissimo maestro, la cui influenza è qui palpabile. Marica Bodroži? riesce a dar voce con sorprendente naturalezza alla meraviglia e allo sgomento di una bambina che osserva gli abitanti dei villaggi dalmati, l’aspro paesaggio che li circonda e la spietatezza del loro destino. A catturare il suo sguardo consapevole e innocente al tempo stesso, attento a ogni vibrazione segreta, sono uomini perduti e donne abbandonate, creature alla ricerca di un’identità e di una casa, emigrati per i quali la scrittrice riesce a costruire una dimora di parole, un luogo dove riecheggi la loro unicità, una casa dove essi possano, almeno per un momento, fraternizzare e incontrarsi. È la lingua stessa a diventare la protagonista di questi racconti, grazie a una potenza lirica e uno stile raffinato che non tradiscono mai la profonda capacità di percepire e amare il reale.

Marica Bodroži? (1973) è nata e cresciuta in Dalmazia, ma vive in Germania da oltre un quarto di secolo e scrive in tedesco. Ha pubblicato volumi di prosa, raccolte di poesia, saggi di critica letteraria. È morto Tito, la sua prima opera tradotta in italiano, le è valsa sinora numerosi e importanti riconoscimenti di pubblico e di critica, e ha rivelato, secondo Claudio Magris, «una delle più singolari, fresche e originali voci della letteratura tedesca contemporanea».