Centenario della Società di Studi Fiumani e della Rivista Fiume

“La Società di studi fiumani nasce ufficialmente nel 1923: ma non va dimenticato l’importante precedente, nel 1909, della fondazione della Deputazione fiumana di storia patria. Organismo pienamente italiano, pur in luoghi che erano ancora sotto la sovranità dell’Impero asburgico: il quale era una struttura non monolitica, ma complessa, in cui convivevano tante realtà diverse, RegioniProvinceRegni stessi (vedi l’Ungheria), ed anche città autonome, come appunto Fiume. Che dipendeva giuridicamente da Budapest, ma aveva uno status autonomo, ufficialmente riconosciuto, nel XVIII secolo, dall’imperatrice Maria Teresa. La deputazione pubblicò più volte un suo bollettino, esattamente nel 191219131918 e 1921”.

Così lo storico Giovanni Stelli, direttore della Società di Studi Fiumani e direttore editoriale del periodico “Fiume, Rivista di Studi adriatici”, ha aperto, nella sede centrale della Società Dante Alighieri, a Roma, la giornata celebrativa appunto del centenario della Società di Studi Fiumani e della stessa rivista “Fiume” (il cui primo numero uscì sempre nel ’23).

“Cinque anni prima, nel 1918 – ha proseguito Stelli – era crollato l’Impero asburgico, con conseguenze enormi, in parte anche catastrofiche, per tutta Europa; nel ’23, due anni dopo il sanguinoso epilogo dell’impresa dannunziana, Fiume è città libera (un po’ come Danzica), secondo il Trattato italo-jugoslavo di Rapallo del novembre 1920. Ma, com’è noto, la sua vita sarà breve e tormentata, per i forti contrasti, interni tra autonomisti e fascisti, ormai giunti al potere: col Trattato di Roma, firmato il 27 gennaio 1924, Fiume sarà annessa all’Italia. La rivista della Società, “Fiume”, uscirà dal ’23 al ’44, pur non toccando quasi mai la storia più recente della città: però non si accoderà mai alla montante marea ultranazionalista e fascista”.

Vengono poi la notte della Guerra mondiale, il crollo del fascismo, l’occupazione nazista di gran parte del litorale adriatico, la fine della guerra, ma anche la “pulizia etnica” antitaliana, coi massacri, da parte dei comunisti titini, degli italiani nelle Foibe. “Nel ’45, sempre a Fiume”, ha ricordato ancora Stelli, “l’Ozna, la polizia segreta jugoslava, per primi elimina proprio gli elementi autonomisti, come il medico Mario Blasich e Giuseppe Sincich (che pure aveva combattuto il fascismo); poi, inizia l’incubo dell’esodo, da Fiume e dalle terre istriane e dalmate, destinato a durare sino a metà anni Cinquanta. In seguito, la Società di Studi Fiumani, ricostituita in esilio nel 1960 a Roma, ha lavorato sempre per far conoscere, attraverso gli studi e le ricerche, la lunga storia dell’identità culturale fiumana di carattere italiano, e la difficile storia degli esuli di Fiume e delle terre istriane e dalmate (circa 300mila italiani costretti ad abbandonare le proprie abitazioni, attività e altri beni, dal ’43-45 sino a metà anni ’50, ndr): promuovendo, nel contempo, il dialogo interculturale con le terre oggi appartenenti alla Croazia, iniziato nel 1990, ancora prima della dissoluzione dell’ex Jugoslavia. Si è trattato, per noi, d’una battaglia non di rivendicazione politica o economica, ma di ricostruzione dell’identità civile e storica di Fiume e della sua autonomia: valori da trasmettere il più possibile alle nuove generazioni”.

Dopo gli interventi del presidente della “Dante Alighieri”, professor Alessandro Masi, e di Miguel Gotor, assessore alla Cultura di Roma (che ha portato il saluto del sindaco Roberto Gualtieri, ricordando la sinergia con la Società di Studi Fiumani, sino alla creazione della Casa del Ricordo in via di San Teodoro, presso il Circo Massimo) è seguita a presentazione degli atti del Convegno internazionale tenutosi a Fiume-Rijeka il 24-25 marzo 2022. Organizzato dal Dipartimento di italianistica della locale Università, con la Società di Studi Fiumani, sul tema “La cultura italiana a Fiume: risvolti linguistici, letterari e storici”, e i cui atti sono stati pubblicati sulla Rivista di studi adriatici “Fiume”, organo della Società.

“Nel 2020 – ha ricordato lo storico Marino Micich, direttore dell’Archivio-museo storico di Fiume in via Antonio Cippico, al quartiere Giuliano-Dalmata, Fiume è stata Capitale europea della cultura; ringraziando l’ambasciata di Croazia per l’importante collaborazione di tutti questi anni, e propongo all’ambasciata stessa di metterci in contatto con poeti, scrittori, ricercatori vari che, sulla base del forte ritorno d’interesse, a Fiume-Rijeka, per la lingua italiana, hanno aderito alla linea del dialogo tra le due comunità – croata e italiana – e, soprattutto,. alla possibilità di un certo bilinguismo”. Negli ultimi tempi, infatti, gli organismi rappresentativi della Comunità italiana, d’accordo con le autorità municipali di Fiume, sono riusciti a far affiggere, nel centro storico della città, targhe commemorative che ricordano le originarie denominazioni italiane di strade e piazze; “ma è intenzione della Società di Studi Fiumani”, ha spiegato Micich, “nel quadro generale della cooperazione costruttiva con municipalità locale e Governo centrale croato, estendere la misura a tutta l’area urbana di Fiume-Rijeka”.

Per il Dipartimento di italianistica della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Fiume sono intervenute le docenti Corinna Gerbaz-GiulianoGianna Mazzieri-Sankovic Iva Persi?, che hanno illustrato le promettenti prospettive di collaborazione tra il Dipartimento stesso e tutti gli organismi rappresentativi degli italiani “in loco”, Franco Papetti, presidente della Associazione fiumani italiani nel Mondo-Libero Comune di Fiume in Esilio, ha illustrato le iniziative di reciproca collaborazione per gli studenti (viaggi di studio, specialmente, col possibile ricorso al progetto “Erasmus”) tra l’Ateneo di Fiume e quello di Perugia. Il professor Pierluigi Guiducci, storico della Chiesa, ha ricordato il ruolo che, nella stesura dell’ultima enciclica di Papa Giovanni, la storica “Pacem in terris” del 1963, ebbe, per esplicito incarico del Pontefice, monsignor Jacob Uckmar, nello scrivere un capitolo dell’Enciclica sul ruolo delle minoranze etnico-linguistico-religiose (con riferimento alle tragiche vicende adriatiche tra guerra e dopoguerra) nella costruzione della pace.

È intervenuto il senatore Maurizio Gasparri, che ha parlato dell’impegno profuso, con vari colleghi, per la recente approvazione all’unanimità, intanto al Senato, di un progetto di legge per il regolare finanziamento di viaggi degli studenti, nel contesto del “Giorno del Ricordo”, a Basovizza e in altri luoghi dello sterminio delle Foibe del ’43-’45 “e dintorni”. E ha ricordato la tumulazione, nel febbraio 2020 al Vittoriale di Gardone Riviera, delle spoglie del senatore Riccardo Gigante, tra i massimi difensori dell’italianità di Fiume, trucidato dai titini a maggio del ’45: spoglie pazientemente individuate a Castua-Kastav, in Istria, dall’Onorcaduti; “e la cui tumulazione al Vittoriale – ha precisato Gasparri – ha corrisposto, tra l’altro, a una precisa volontà testamentaria di Gabriele D’Annunzio”.

Fabrizio Federici
Fonte: l’Opinione delle Libertà – 13/12/2023