Croazia-UE, Josipovic, Paese ostaggio del passato

Scritto da ANSAmed, 24/02/11
ZAGABRIA – La Croazia «è in un certo senso ostaggio del Tribunale penale dell’Aia (Tpi) a causa di una politica sbagliata condotta in passato da Zagabria» che continua a pesare ancora sulla reputazione e la affidabilità della Croazia. Lo ha dichiarato oggi il presidente croato, Ivo Josipovic, precisando che «è ingiusto rallentare il cammino del Paese verso l’Ue per errori passati che non possono più essere corretti». In passato, quando la Croazia o non collaborava o collaborava con reticenza con il Tpi, si «è creata l’impressione che Zagabria volesse nascondere qualcosa», ha detto Josipovic riferendosi in particolare a una serie di diari di guerra dell’artiglieria croata sui bombardamenti nel 1995 di Knin, la roccaforte dei secessionisti serbi. I documenti sono stati richiesti più volte dalla procura del Tpi come prova per crimini di guerra contro generali croati sotto processo all’Aia, e consegnati solo in parte dopo forti pressioni che hanno pesato sul rallentamento dei negoziati di adesione all’Ue.
Il resto del materiale, secondo Zagabria, non è più reperibile perché o andato distrutto o perché in una situazione caotica non è neanche mai stato scritto. «Oggi in Croazia nessuno vuole più nascondere questi documenti, alcuni errori sono stati fatti anni orsono, ma il Paese è rimasto ostaggio di questa sua politica passata verso il Tpi», ha affermato Josipovic sostenendo che la sfiducia del tribunale verso Zagabria non è condizionata da motivi giuridici, ma piuttosto politici. «È ingiusto – ha aggiunto – rallentare il cammino di un Paese verso l’Ue a causa di errori commessi in passato che ormai non si possono più correggere». Josipovic ha dato un giudizio positivo sull’operato complessivo del Tpi criticando però l’ambizione dei giudici di stabilire anche la «verità storica sulle guerre in Jugoslavia, che non spetta a un tribunale, ma agli storici, e che ha contribuito a politicizzare la sua immagine».