Il CRS di Rovigno chiude l’anno con una «cinquina» di libri

Scritto da Eleonora Brezoveki, «La Voce del Popolo», 16/12/10

ROVIGNO – Sono state cinque le pubblicazione presentate ieri alla stampa dal Centro di Ricerche Storiche di Rovigno nella sede di piazza Matteotti. Una “cinquina” che è espressione e allo stesso tempo testimonianza concreta di un intenso anno di attività, che ha visto la viva partecipazione di autori, sia di casa sia dall’estero, come ha rilevato la redattrice della collana «Quaderni», Orietta Moscarda Oblak. E una delle novità riguarda proprio questa pubblicazione, che ieri ha visto la luce nella sua XXI edizione. Un tomo di ben 462 pagine, contenente nove contributi di studiosi, ricercatori e collaboratori del CRS, che presentano saggi e interventi di diverso contenuto, arco temporale e spessore.

«Quaderni», ecco il volume XXI
Nove saggi, si diceva sopra, a iniziare da quello di Kristijan Knez, “L’Istria nel viaggio di Charles Yriarte”; segue Ezio Giuricin, con “Socialismo istriano e questione nazionale. Le idee e le concezioni sulla questione nazionale degli esponenti istriani della Sezione Italiana Adriatica del Partito Operaio Socialdemocratico d’Austria”; quindi Valentina Petaros Jeromela, con l’articolo “Millo. Ufficio approvvigionamenti civili della Dalmazia e delle isole dalmate e curzolane (1918 – 1922)”, Milica Kacin Wohinc, con “Gorizia e Trieste nei giorni dell’interregno”, Achille Rastelli, autore di uno studio-monografia militare su Pola, mentre Ferruccio Canali presenta la prima parte di “Architettura e città nella Dalmazia italiana (1922-1943): Zara e il restauro del patrimonio monumentale della ‘capitale’ regionale dalmata come questione di ‘identità nazionale italiana’”. William Klinger affronta “Josip Broz Tito (1892 – 1980), un’intervista con Geoffrey Swain”; Olinto Mileta Mattiuz si occupa degli spostamenti di popolazione nella Zona B del TLT, rispettivamente degli italiani “nascosti” del Buiese (con nota demografica); conclude il volume Nino Bracco, che propone la traduzione del libro di Elsie A. Ragusin, originaria di Neresine, dal titolo “Elsie A. Ragusin un’istroamericana ad Auschwitz”.

«Ricerche sociali» a quota diciassette
Silvano Zilli, caporedattore responsabile delle “Ricerche sociali”, ha promosso il numero diciassette della collana, che in quest’edizione propone una serie di argomenti. L’edizione comprende lo studio di Francesco Gianci (“Sulla problematica assenza di una definizione giuridica vincolante e universalmente riconosciuta di minoranza e sulle sue annesse inplicazioni in diritto internazionale”), Dario Saftich (“Al confine tra le culture”), Rita Scotti Juri? e Nada Poropat (“Lo studio delle barzellette: per una competenza pragmatica interculturale”), Eliana Moscarda Mirkovi? (“L’’istrianità’ di Ester Sardoz Barlessi”), Zoran Franji? e Marko Paliaga (“L’influsso del marketing urbano e della creazione di un marchio-brand cittadino sullo sviluppo economico locale delle unità d’autogoverno della Repubblica di Croazia”.

Debeljuh e Burra per «Etnia» XI e XII
Zilli ha illustrato pure il “pacchetto doppio” di “Etnia”, di cui il libro XI propone il saggio di Andrea Debeljuh su un modello di formazione extrascolastica per la minoranza italiana in Croazia, mentre il libro XII, quello di Aleksandro Burra, “L’identità minoritaria nel nuovo contesto regionale, con particolare riferimento alla minoranza italiana in Istria e Quarnero”. Si tratta di due importanti lavori di ricerca, di cui il primo indirizzato a colmare un vuoto, a livello di formazione degli adulti, per la minoranza italiana che risiede in Croazia; l’altro, suddiviso in otto capitoli, tratta i concetti fondamentali di identità, etnia ed etnicità, di diritto internazionale, la storia della CNI vista da vicino e nel contesto europeo, il bilinguismo, la questione economica comunitaria.

Particolarmente interessante il sesto capitolo dell’opera di Burra, che prende in considerazione i concetti di confine, di frontiera e di regione, ripercorrendo le tappe storiche nell’evoluzione dei fenomeni nel contesto europeo, la collaborazione interregionale con particolare attenzione sulla Comunità di lavoro Alpe Adria. Il settimo capitolo poi, esamina il ruolo e le funzioni delle minoranze nella collaborazione transfrontaliera. A conclusione poi vengono evidenziate le prospettive che si dischiudono per la minoranza italiana nerll’ambito delle future Euroregioni, avanzando ulteriori proposte per la sua valorizzazione identitaria, sociale ed economica.

«Documenti»: la storia dell’UIIF
L’ultimo libro promosso ieri al CRS riguarda la collana “Documenti”, giunta alla sua decima edizione. È dedicata interamente alla storia dell’Unione degli Italiani dell’Istria e di Fiume (gennaio 1947 – maggio 1948), ed è curata da Giovanni Radossi, con la collaborazione di Alessio e Massimo Radossi. Le peculiarità e i contenuti della pubblicazione sono stati esposti da Nives Giuricin, la quale ha dichiarato che si tratta di una pubblicazione fondamentale per la storia della nostra Comunità Nazionale, ripercorsa in una tappa significativa della sua travagliata vicenda, ed elaborata in 588 pagine. Sono 142 i documenti pubblicati nel volume, con relative note esplicative e fotografie: un materiale prezioso e fonti imprescindibili nella comprensione di ciò che è stata la “vecchia” UIIF, la sua attività nella sfera politica e in quella culturale e artistica, nel campo dell’editoria, senza tralasciare l’importanza dei Circoli Italiani di Cultura sorti nel biennio 1947-1948 (ed antesignani delle odierne Comunità
degli Italiani).

Un testo fondamentale

Radossi e collaboratori hanno cercato di recuperare e raccogliere in modo organico tutte le fonti documentarie disponibili su questo periodo, rispettivamente tutto il materiale documentario sopravvissuto fino a oggi e accessibile a storici e ricercatori. Sono perlopiù in possesso del CRS, in minor numero appartengono all’Unione Italiana; parte dei documenti sono frutto di donazioni di singoli. Da quanto si desume, comunque, dalla numerazione di protocollo dell’UIIF per gli anni 1947 e 1948 non tutti i documenti sono stati individuati, se è vero che sono stati emanati complessivamente circa 1.200 documenti. Rimane, dunque, ancora spazio per un’ulteriore ricerca, magari riguardante gli Archivi di Stato di Croazia, Slovenia e Serbia (per l’ex Jugoslavia).