Il «progetto» di Aleksandar Hemon

Scritto da Giulio Einaudi editore
A. Hemon, Il progetto Lazarus, Torino, Einaudi, 2010, pp. 310.

La storia vera di un immigrato ucciso dalla polizia nella Chicago d’inizio secolo e quella di uno scrittore di oggi che attraversa l’Europa per ricostruirne la vicenda. La storia di due uomini che condividono la medesima solitudine: quella di chi, sospeso tra continenti e lingue diverse, non si sente a casa in nessun luogo.
Lazarus Averbuch ha diciannove anni e nient’altro che una busta in mano quando una mattina di marzo bussa alla porta del capo della polizia di Chicago. Lazarus è solo uno dei tanti immigrati che provano a tirare avanti nell’America del 1908, un ebreo fortunosamente sopravvissuto ai pogrom dell’Europa orientale e un fratello affettuoso per Olga. Non c’è nulla di minaccioso in lui, vuole solo consegnare quella lettera: ma quando il capo della polizia lo vede – spaventato dalla «fisionomia straniera» del ragazzo – afferra la pistola e lo uccide. Immediatamente le autorità costruiscono il caso del sanguinoso anarchico che voleva attentare alla vita del poliziotto: una motivazione più che sufficiente per dare il via a misure ulteriormente repressive nei confronti degli immigrati. Quando un secolo dopo, ai giorni nostri, l’aspirante scrittore Vladimir Brik si imbatte nella vicenda di Lazarus, capisce che deve raccontarla: anche lui è un immigrato – è arrivato da Sarajevo poco prima dello scoppio della guerra nei Balcani – e solo riportando in vita il «suo» Lazzaro, strappandolo «alla nebbia della storia e del dolore», riuscirà a placare i fantasmi che lo tormentano. Insieme all’amico Rora – fotografo di guerra, giocatore d’azzardo, gigolò e straordinario bugiardo – si mette sulle tracce di Lazarus in un viaggio che li porterà, come due improbabili cavalieri erranti, ad attraversare l’Europa, dall’Ucraina alla Moldavia, da Bucarest a Sarajevo, in un crescendo di avventure (ma soprattutto disavventure) in cui la frontiera più attraversata è quella tra la realtà e l’immaginazione letteraria.

L’Autore: Aleksandar Hemon, bosniaco, vive dal 1992 negli Stati Uniti.