Le Poste croate hanno emesso i francobolli bilingui dedicati a Rovigno

Le Poste croate hanno mantenuto la promessa di ristampare i francobolli dedicati a Rovigno d’Istria con la denominazione ufficiale bilingue: «Abbiamo mosso mari e monti – dichiara Donatella Schürzel, vice presidente nazionale vicario dell’A.N.V.G.D. – ma ne è valsa la pena. A tutti coloro i quali hanno contribuito e sostenuto l’impegno che ho profuso a tale scopo rivolgo un sentitissimo ringraziamento. Ho personalmente contattato rappresentanze diplomatiche italiane in Croazia e croate in Italia, la Comunità degli Italiani “Pino Budicin” e la sigla associativa degli esuli rovignesi “Famia ruvignisa”, rappresentanti istituzionali negli enti locali istriani e al Parlamento croato: quando si mettono insieme le energie di tutti, come è stato in questa occasione, si arriva ai riconoscimenti».

Già in occasione della conferenza stampa di presentazione della prima versione del francobollo con la sola dicitura “Rovinj” era stato assicurato che una nuova tiratura avrebbe recepito il suggerimento del Senatore nonché cultore filatelico Carlo Amedeo Giovanardi, condiviso dalla Prof.ssa Schürzel, di fare una seconda edizione corretta in conformità con la legislazione croata di tutela delle minoranze che, come da recente emendamento dell’On. Furio Radin (rappresentante degli italiani al Sabor di Zagabria), elenca specificatamente le località che hanno una denominazione bilingue.

«È la prima volta dopo la Seconda guerra mondiale – spiega infine la dirigente nazionale dell’A.N.V.G.D., esule di seconda generazione originaria proprio di Rovigno –che su un francobollo relativo all’Istria appare un toponimo in doppia lingua, croato e italiano. Siccome tale emissione rientra in una serie di francobolli dedicati alle località turistiche croate, ci auguriamo che future nuove uscite ispirate da città istriane abbiano da subito la denominazione ufficiale italo-croata, coerentemente con le molteplici normative che tutelano il retaggio dell’italianità plurisecolare dell’Adriatico orientale»

Lorenzo Salimbeni