«Via il nome di Tito da strade e piazze»

Scritto da Mauro Manzin, «Il Piccolo», 31/08/14

TRIESTE – Non c’è pace per i dittatori. Neppure quando da anni stanno “rinchiusi” in un mausoleo. Uno dei più “tartassati” è sicuramente Josip Broz Tito. Che di riposare in pace non ci pensa minimamente. Ma non per colpa sua stavolta. A richiamare la sua memoria dall’al di là stavolta è il leader dell’Hdz (centrodestra) della Croazia, Tomislav Karamarko, il quale dal palco della manifestazione in onore delle vittime di tutti i totalitarismi, a Dubrovnik, ha nuovamente tuonato contro il defunto dittatore jugoslavo. Il capo del principale partito di opposizione della Croazia pensa già alle prossime elezioni politiche. E lo fa con un certo ottimismo visto che gli ultimi sondaggi danno l’Accadizeta in forte vantaggio sui socialdemocratici attualmente al potere con la coalizione Kukuriku di centrosinistra. Se al primo punto del programma di un prevedibile futuro governo accadizetiano, ha affermato Karamarko, ci sarà la ripresa dell’economia, un capitolo fondamentale sarà dedicato anche alla ferma condanna dei crimini perpetrati dai regimi totalitari nel nome di una vera e propria europeizzazione sociale. Il tutto etichettato con il termine “lustracija”. In quest’ambito una particolare “cura” sarebbe riservata, secondo il leader Hdz, proprio alla figura di Josip Broz Tito. «Rimuoveremo il nome di Tito da tutte le strade e piazze della Croazia», ha tuonato a Dubrovnik per lavorare, ha aggiunto, «al miglioramento della storia ovvero per cercare una riscrittura della storia libera dalla glorificazione del Maresciallo e del considerarlo un uomo “normale”». «Tito era cattivo – ha insistito Karamarko – e glorificarne la figura è una stupidaggine, non era quel “bon vivant” che si vuole far credere, era semplicemente un dittatore». Il leader dell’Accadizeta è stato chiaro: se il suo partito arriverà al governo il nome del Maresciallo sarà cancellato dalle strade, dalle vie e dalle piazze della Croazia. Ma la “lustracija” alla croata è diventata un caso europeo. Sì, perché l’Hdz, ha ben pensato assieme a Fidesz ungherese di Viktor Orban, alla Piattaforma civica polacca e al Partito democratico sloveno (Sds, quello di Janša per capirci) di predisporre una mozione che è diventata parte integrante del partito popolare europeo (Ppe) in base alla quale in tutti i Paesi che furono sotto un regime comunista la “lustracija”, ossia la pulizia della memoria, deve essere attuata. E qui c’è una contraddizione in termini. Perché così facendo si opera come uno Stato totalitario e l’Hdz dimostra di avere la memoria corta in quanto l’epopea del defunto fondatore del partito, ossia il generale Franjo Tudjman, certo non può essere presa a esempio di democrazia liberale. Ma nell’Hdz è tornata la stagione dei “falchi”.