XXXVIII volume degli «Atti» del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno

Scritto da «La Voce in più Storia e Ricerca», 06/09/09

Settecento e passa pagine di storia e ricerca, spaziando dall’archeologia al diritto, alla pittura, ai viaggi, alla religione e a tanto, davvero tanto altro. Il volume XXXVIII della collana «Atti», pubblicato dal Centro di Ricerche Storiche di Rovigno il mese scorso e presentato a Dignano, si appoggia sulla lunga serie di volumi che lo precedono e al contempo si presta ad essere sostegno a quelli che verranno dopo. Perché la collana degli «Atti» ormai è diventata una lussuosa enciclopedia sul e del territorio – magari nel senso più ampio del termine – che quindi di pagine ne avrà da scrivere tantissime. Già detto, ma vale la pena ripeterlo: sono volumi che bisogna assolutamente avere nella biblioteca di casa, per una lettura, diciamo, informativa, così per il gusto della conoscenza, ma anche per uso scientifico essendo la ricerca improntata su questo. Che cosa offre, il trentottesimo volume? Dice Fulvio Salimbeni che «quando si leggono i saggi contenuti negli «Atti», ci si accorge, al di là dell’impostazione erudita, che c’è molto, molto di più.» Diciotto gli interventi, suddivisi tra Memorie, Fatti e documenti e In memoriam.

Memorie
S’inizia con un dovuto omaggio allo scomparso Giulio Cervani per la penna di Diego Redivo. Cervani è stato, tra l’altro, del Comitato di Redazione degli «Atti». Il capitolo delle Memorie. Vesna Girardi Jurkic, assidua collaboratrice della Collana, scrive del Centro di culto romano nella villa residenziale sulle Isole Brioni – Insule Pullariae. Contributo alla conoscenza dei centri di culto e delle ville antiche in Istria. Vi si tratta, dal punto di vista teorico, il rapporto tra i centri di culto romani e di quelli autoctoni dell’Istria con cenni particolari alla villa residenziale a Val Catena. Kristina Dzin tratta dell’Esplorazione archeologica di recupero di parte dell’edificio romano a Pomer: la scelleratezza e la prepotenza edile hanno distrutto buona parte di una particella in località Pomer dove, comunque, è stato possibile salvare 5 metri quadri di mosaico pavimentale policromo. Juraj Batelja scrive dell’Ordine degli eremiti di S. Agostino in Istria: un contributo all’ulteriore studio e migliore conoscenza della storia ecclesiastica e sociale dell’Istria.

La portata della regola paterna paternis nell’Istria medievale è trattata da Lujo Margetic ne La regola paterna paternis nell’Istria medievale e conclude che in Istria esistevano due diversi tipi della regola, uno proveniente dal diritto germanico, l’altro, forse, bizantino. Dell’ultimo serio tentativo del patriziato raguseo di riottenere l’indipendenza politica della Repubblica, in vista del Congresso di Vienna, tratta William Klinger ne Le macchinazioni ragusee da ripristinazione della loro repubblica vanno sempre più realizzandosi: l’infelice tentativo di restaurazione della Repubbli­ca di Ragusa nel 1814. Drago Roksandic parla di Nicolò Tommaseo (1802-1874): prospettiva storica sulle appropriazioni culturali e ideologico-nazionali croate e serbe. Il personaggio e l’opera di Pietro Predonzani, sacerdote, imprenditore e fisiocrate che ha avuto un ruolo di rilievo nella storia dell’agricoltura in Istria, vengono affrontati da Miroslav Bertosa nello scritto Non è d’uopo, che gli agricoltori sieno filosofi, ma pure in certo senso dovrebbero esserlo. Chiudono così le Memorie.

Fatti e documenti
Il corposo capitolo intitolato Fatti e documenti esordisce con l’intervento di Slaven Bertosa su La famiglia dei nobili Balbi e il suo membro illustre Giovanni Andrea, vescovo di Nona (1692 – 1771). Egidio Ivetic affronta L’esperienza episcopalista nelle diocesi dell’Istria veneta del Settecento: le trasformazioni fra l’inizio e la seconda metà del Settecen­to furono tali che si può affermare che, spianati i particolarismi locali si rafforzò il controllo sui fedeli. Un episodio di regolamentazione urbanistica a Portole: le investiture dello ‘jus dell’appoggio’ degli anni 1777-78: la conferma che ormai le mura cittadine avevano perso la primaria ragione difensiva e strategica ed allora le case vi si possono appoggiare. Le mura, quindi, sono mura e basta. Tullio Vorano sul Catastico di Albona del 1708; è il censimento catastale dei possedimenti terrieri e relativi proprietari sul territorio di Albona con una gran varietà di notizie inerenti l’assetto territoriale del Comune, le sue peculiarità toponimiche ed antroponimiche.

L’Istria non è stata risparmiata dalle epidemie. Oggi, nel mondo, le malattie che rischiano di diventare pandemiche sono minaccia quotidiana. Antico ma attuale, quindi, l’intervento di Rino Cigui: Antiche e nuove paure: le epidemie di colera a Trieste e in Istria nel secolo XIX. Turismo, oggi come ieri. Sguardi vittoriani. Istria e Dalmazia nella letteratura di viaggio britannica dell’Ottocento. Il tema viene proposto da Elisabetta d’Erme. Denis Visintin esamina le vicende storiche relative alle confraternite capodistriane con una lettura a tutto campo: Le confraternite di Capodistria: religiosità, economia, società e folclore. Questioni economiche nell’intervento di Silvia Zanlorenzi ne Documenti per uno studio della storia economica dell’Istria nella seconda metà dell’Ottocento. Il rapporto intercorso tra lo storico istriano Tomaso Luciani e il tedesco Otto Hirschfeld e le lettere che si scambiarono nel 1888 è stato studiato e proposto da Antonio Cernecca ne Tomaso Luciani e Otto Hirschfeld: ricerca epigrafica in Istria e Dalmazia nel 1888. Chiude il capitolo, Giovanni Radossi con Otto lettere di Luigi Morteani a Tomaso Luciani (1884-1892). Infine, un In memoriam: David di Paoli Paulovich su Un istriano illustre da Barbana d’Istria. Giuseppe Radole e il suo grande lascito culturale. (cierre)