Una storia antifascista raccontata da Scotti nel «Bosco dopo il mare»

Scritto da Ivana Gherbaz

Nel 1970 usciva Ventimila caduti, quattro anni dopo Il battaglione degli straccioni, due libri che lo scrittore Giacomo Scotti dedicava ai partigiani italiani che avevano scelto di combattere a fianco di Tito in Jugoslavia. Ma dopo quasi quarantanni lo scrittore fiumano d’adozione, non ha mai smesso di cercare e raccontare le storie degli italiani, che nel 1943 hanno scelto di passare l’Adriatico per andare a formare la Brigata d’Oltremare. Così Nel suo ultimo lavoro Il bosco dopo il mare edito da Infinito edizioni (nella sezione Orienti), Giacomo Scotti ha rispolverato un vecchio carteggio. Le lettere scambiate dallo scrittore con i partigiani Clemente Vavassori e Bogdan Jurcic nei primi anni Settanta, soprattutto quelle con Vavassori, tracciano il filo della storia di tanti italiani, erano 40mila, che hanno combattuto nelle file dell’Esercito popolare jugoslavo. Anche in questa occasione l’introduzione al libro è stata lasciata allo scrittore Predrag Matvejevic. Un rapporto di amicizia tra i due, che dura da anni, e che li trova ancora una volta assieme a condividere due storie quella di un italiano che ha scelto di vivere a Fiume, e quella di un bosniaco-erzegovese che ha scelto l’Italia dopo lo scoppio della guerra in ex Jugoslavia.

Fonte: «Il Piccolo», 16/11/09.