Scritto da Liliana Martissa Mengoli
L’Istria romana per cinque secoli (129 a.C. – 476 d.C.)
I romani dopo la fondazione di Aquileia, a protezione della loro colonia, intrapresero la guerra agli Istri, infastiditi dalle loro scorrerie. Dopo alterne vicende, la seconda campagna militare contro gli Istri si concluse nel 178 a.C. con l’assedio e la capitolazione di Nesazio, dove si era rifugiato il loro giovane re Epulone.
Il drammatico epilogo, con l’uccisione di donne e bambini e il suicidio di Epulone, è così narrato dallo storico Tito Livio:
“…(il console romano Claudio) rimandato a casa il vecchio esercito con i suoi comandanti, pose l’assedio alla città e cominciò ad assaltarla con macchine mobili, ed il fiume che ne lambiva la mura, – grosso ostacolo agli attaccanti e rifornimento d’acqua agli assediati, – deviò con insidioso lavoro a sorpresa durato più giorni, scavandogli un nuovo corso. Ciò atterrì i barbari stupefatti dell’acqua ad essi sottratta, ma neppure allora li volse a pensieri di pace. Datisi a menar strage delle mogli e dei figli, anche perché così atroce delitto attirasse l’attenzione del nemico, alla vista di tutti li ammassavano sulle mura e li precipitavano giù. Fra il lamento delle donne e dei bambini e insieme l’empia carneficina i soldati valicarono le mura e misero piede nella città. Della cui conquista come il re ebbe sentore dalle grida dei fuggiaschi, si trapassò il petto con la spada per non lasciarsi prendere vivo; tutti gli altri furono catturati o uccisi.” Tito Livio XLI (1-11)
Dopo la distruzione di Nesazio e di due altri castellieri minori, Mutila e Faveria, e i successivi tentativi di ribellione, la regione fu definitivamente pacificata nell’anno 129 a. C.
In seguito, l’Istria si romanizzò rapidamente e profondamente, grazie anche alla deduzione di colonie di cittadini romani che recarono un notevole contributo demografico, sociale ed economico ai centri costieri.
Plinio ricorda che erano città d’Italia Egida (l’antica Capodistria), Parentio, la colonia di Pola detta “Pietas Iulia” e Nesazio. Il fiume Arsia costituiva il confine orientale dell’Italia:
“Oppida Italiae Civium Romanorum Egida, Parentium, Colonia Pola, quae nunc Pietas Iulia, abest a Tergeste centum milia passuum, mox Oppidum Nesactium, et nunc finis Italiae Fluvius Arsia.”
Plinio il Vecchio
Naturalis historia, 3,129
La X regio d’Italia “Venetia et Histria”
Con la costituzione in età augustea dell’ ITALIA amministrativa romana, l’Istria venne a fare parte, insieme al Veneto e all’odierno Friuli, della X Regione (successivamente denominata “VENETIA ET HISTRIA”). Il suo confine posto al fiume Arsia (ad est di Pola), divenne così il confine orientale dell’Italia (e tale fu considerato nei secoli successivi, anche nel Medioevo e nel Rinascimento).
Ad Aquileia fu posta la capitale della regione, che oltre alle città istriane annoverava altri centri quali Tergeste (Trieste), Patavium (Padova), Verona, Mantua ( Mantova), Brixia ( Brescia), Tridentum ( Trento), ecc.
[/vc_column][/vc_row]
I resti monumentali di Pola, di Parenzo, di Brioni, l’ampiezza delle ville rustiche, l’esistenza di una produzione industriale ed agricola progredita testimoniano la prosperità e il grado di sviluppo artistico e civile raggiunto dall’Istria che ebbe illustri personalità, ricordate nelle numerose iscrizioni rinvenute in loco.
Pola
Con i suoi numerosi monumenti Pola può tuttora presentare gli elementi di spicco e le forme architettoniche che caratterizzavano una importante città romana
Ci rimangono:
Ci rimangono anche le statue, che testimoniano l’opulenza dei cittadini di Pola.
A Parenzo ci rimangono:
A Brioni, in Val Catena, restano:
Are votive all’Histria Terra
L’attaccamento alla propria terra e il senso di appartenenza ad un mondo peculiare municipale non si spensero negli istriani con l’acquisizione della cittadinanza romana e possono essere intraviste sia nella conservazione di nomi di origine istrica, illirica, celtica preesistenti, sia nel culto dell’ HISTRIA TERRA.
Nella pratica di sciogliere voti alla divinità Histria, si può cogliere infatti il senso di appartenenza a due patrie, l’una di nascita (istriana), l’altra di cittadinanza (romana):