Prezzi bassi e sgravi fiscali, a Trieste il mattone torna di moda

Scritto da Maddalena Rebecca, «Il Piccolo», 20/06/11
I prezzi delle case, mai così bassi da 5 anni a questa parte. I mutui, erogati dalle banche con maggior facilità rispetto al recente passato e a tassi ancora relativamente convenienti. I vantaggi fiscali assicurati dall’applicazione della cedolare secca. Sono i tre fattori che, secondo gli esperti della Fiaip, hanno contribuito a rimettere in moto il mercato immobiliare triestino. Mercato che, forte di un aumento del 4% nel monte complessivo di compravendite realizzate nei primi sei mesi dell’anno, può guardare al futuro con più serenità. O meglio, per dirla con il presidente regionale dell’associazione Antonio De Paolo, con «cauto ottimismo».
Prime case. Lo stato di salute del settore, interessato fino al 2010 da una fase di stallo, è insomma in via di miglioramento. Sono tornati a puntare sul mattone sia i piccoli proprietari sia gli investitori più facoltosi. I primi sono spinti all’acquisto da prestiti concessi dagli istituti di credito a tassi ancora accessibili e, soprattutto, dalla consapevolezza che, di qui in avanti, i prezzi non si abbasseranno ulteriormente. Aspettare nella speranza di strappare cifre ancora più risicate, non conviene più: tanto vale quindi comprare ora. «La curva discendente si è arrestata – spiega De Paolo, citando i dati inseriti nel borsino immobiliare Fiaip fresco di presentazione-. Almeno nominalmente, i prezzi si sono stabilizzati. Un segnale positivo che indica buona tenuta del mercato e sta stimolando diversi acquirenti a chiudere la trattativa».
Investimenti. A rimettere in moto il settore, però, non c’è solo chi compra la prima casa, magari scegliendo rioni periferici interessati da recenti riqualificazioni (come la richiestissima zona di Borgo San Sergio, dove un appartamento nuovo o ristrutturato può valere tra i 1.900 e i 2.300 euro, contro i 2.100- 2.400 del 2010). Sul mattone hanno ripreso a puntare anche investitori che comprano per mettere a reddito. È il caso di “triestini di ritorno”, ma anche di veneti, friulani e lombardi attratti soprattutto da alloggi de luxe in centro storico o in aree di pregio Gretta e Scorcola. Uniche zone che, non a caso, hanno visto crescere i prezzi rispetto al 2010: per un appartamento nuovo sulle Rive si può arrivare a 3.800 euro al mq (contro i 3.500 dell’anno scorso), mentre un attico a Barcola oscilla tra 2.800 e 3.500 (nel 2010 la forbice era 2.700-3.400). Cifre importanti che i compratori facoltosi sono più portati a sborsare grazie all’entrata in vigore della cedolare secca. «Una novità – precisa De Paolo – che ha riaperto il mercato grazie alle certezze fiscali garantite a chi investe. L’acquisto immobiliare, infatti, viene equiparato all’investimento in titoli e obbligazioni e assoggettato ad aliquote fisse del 19 o del 21%. Un incentivo prezioso per chi ha a disposizione capitali importanti».
Affitti. Dell’applicazione della cedolare secca, secondo il presidente regionale Fiaip, ha beneficiato anche il mercato delle locazioni. La tassazione più bassa ha convinto infatti molti proprietari ad abbassare pure i canoni. Un ribasso che, ingolosendo un maggior numero di potenziali inquilini, ha reso più dinamico il settore. Prender casa in affitto, infatti, costa meno di un tempo: per un alloggio non arredato da 50 mq in zona semicentrale, per esempio, si possono spendere dai 225 ai 325 euro al mese, mentre per un monolocale completo in centro si spendono dai 5,50 ai 9 euro al mq. Le aree più richieste da chi sceglie la locazione? La zona dell’università, gettonatissima ovviamente dagli studenti, le aree pedonali del centro storico e la parte bassa del viale XX Settembre, interessata nel recente passato da un significativo restyling.
Aspettative. Lo stesso restyling di cui, secondo gli esperti, avrebbero bisogno altre zone cittadine, Borgo Teresiano in testa, per riuscire ad stimolare nuovo interesse immobiliare. «La ripresa potrebbe diventare più netta se si mettessero in atto le attese riqualificazioni nelle aree centrali e se, finalmente, si risolvesse un ulteriore, storico problema di Trieste: la carenza di parcheggi».